Matteo Suffritti è un artista e fotografo milanese che ha alle spalle studi di grafica e di tecnica pubblicitaria ed una lunga esperienza nel campo della fotoincisione. Ha esposto in diverse città italiane in mostre collettive e personali. L’artista crea delle installazioni utilizzando tecniche miste (fotografia e fotoincisione) con diversi materiali (metalli, plastiche, luci ed elementi naturali).
La sua ricerca si divide in due filoni principali: quello delle tematiche sociali, ambientali ed antropiche e quello dei ricordi più intimi, personali e sensazioni a lui care.
“Per i migranti, i rifugiati e le comunità ospitanti, ci sono sempre un mondo conosciuto e uno sconosciuto. Ciò che le persone conoscono sono le privazioni e l’esigenza di fuggire dalle stesse, anche se non sanno se disporranno di opportunità nel Paese di destinazione. Nelle comunità ospitanti, le persone potrebbero non sapere se e in che modo i nuovi vicini, che indossano vestiti diversi, hanno abitudini diverse e parlano con un accento diverso, cambieranno la loro vita.”
Tratto da “Migrazioni, spostamenti forzati e educazione: costruire ponti, non muri” (Rapporto di Monitoraggio dell’educazione dell’Unesco)
Quello dello spostamento delle masse e dei popoli è un problema che determina lo stravolgimento della comunità ospitante e della comunità trasmigrante.
Culture diverse, lontane tra loro fino ad un certo periodo, vengono in contatto sviluppando forme sociali contrastanti o, talvolta, forme di convivenza ed inclusione. Comunque, il migrante si ritrova spesso ai lati periferici della società, in situazioni precarie e di povertà, mentre l’ospitante cerca di consolidare il patrimonio e le opportunità a lui concesse. Nei due lavori esposti, questo confine è ben delineato nello spazio da una teca trasparente in plexiglass. Una separazione invisibile ma netta, metaforica.
Comunità Ospitanti #03
Ottone e plexiglass – 60x60cm h20cm
2020
La cuccia del Cane
Ferro e plexiglass – 60x60cm h20cm
2020